Circular Design ovvero la pietra angolare della Circular Economy
Dare il tempo al tempo: chi ha tempo non aspetti tempo
Autore: Massimo De Santis, Presidente di TiciPack Sagl.
Rappresenta la Svizzera in seno all’ISO sia nel Packaging che nella Circular Economy.
Chi, nell’ambito di questa indifferibile transizione verso la Circular Economy, ritiene di poter assumere un ruolo passivo ed attendista, nell’attesa che il guru di turno gli garantisca il fatto che alla fine nulla cambierà, commette un grave errore e mette a rischio la sua impresa, la sua organizzazione, la sua leadership e l’intero sistema. E questo è indipendente dalla dimensione dell’azienda!
“Dare tempo al tempo; chi ha tempo non aspetti tempo”. Un grande dilemma ma, mentre la prima parte della frase rimette nel dormitorio i sussulti del cambiamento, la seconda li mette in evidenza e li pianifica celermente con la consapevolezza di voler essere parte attiva di un cambiamento che lo vede protagonista, a volte pioniere, pronto alle nuove richieste e aspettative del mercato. Sulla scorta di un’indagine federale condotta l’anno scorso in Svizzera, il 27 gennaio 2021 anche il Parlamento Europeo e la Commissione stanno per emettere un’importantissima legge che stravolgerà la Supply Chain a livello mondiale.
Di cosa si tratta? Verificato che tra soggetti economici gli “accordi volontari” nell’alveo della protezione del business e dell’ambiente, non vengono promossi con la dovizia che ci si potrebbe aspettare per chi opera secondo la Corporate Social Responsibility, si è deciso di promuovere una legge che prevede da parte dei soggetti economici, che operano in Europa o che vogliono operare in Europa, una responsabilità legale vincolante nei confronti delle seguenti tre requisiti:
- gli Human Rights – i diritti umani.
- l’Environment (including climate change) – l’Ambiente – incluso il cambiamento climatico.
- la Corporate Governance – il governo dell’impresa.
Tale legge, di fatto, obbliga la tracciabilità di prodotti merci e servizi (inclusi i servizi finanziari) che, lungo la catena di fornitura, cioé dalla fabbrica al cliente finale, devono garantire i suddetti tre requisiti. Questa è una rivoluzione con grande impatto economico rispetto all’economia degli Stati, delle aziende e degli operatori e, se la si osserva attentamente, risulta evidente che l’impatto sullo sviluppo economico della Nazione sarà davvero importante. Solo una Nazione dotata di progettualità, conoscenza e competenza dei modelli industriali lineari, della Circular Economy e delle metodologie Green che la sostengono e su tutte il Circular Design, riuscirà ad emergere rispetto alle altre meno preparate. Il dopo Covid riparte da qui! In accordo con la Responsabilità Estesa del Produttore, la metodologia del Circular Design deve essere eseguita da ciascuno dei soggetti economici che stanno introducendo una materia prima nel mercato. La chiave sta nel modo in cui un prodotto o materiale è progettato e in che modo i diversi requisiti sono bilanciati. La fase di progettazione del prodotto influisce sia sulla sua durata che sulle prestazioni lungo l’intera catena di fornitura.
Questo non poggia solo sulle spalle del progettista, ma su tutti i soggetti economici che mirano ad agire in conformità con i principi dell’Economia Circolare ed operano nella catena del valore attuando tutte le metodologie disponibili per garantire l’intera filiera fino al riutilizzo del prodotto stesso e dei materiali che lo compongono.
Cosè?
Il Circular Design è una metodologia progettuale volta a valorizzare la conservazione ed a consentire la rigenerazione delle risorse e l’eco-sostenibilità, identificando il pianeta in un ruolo centrale. Le sue prestazioni sono misurate tramite LCA – Life Cycle Assesment, ovvero l’impatto ambientale di materia prima, prodotti e servizi lungo tutta la catena del valore (o anche supply chain).
Lo scopo
In conformità con la migliore tecnologia disponibile (BATBest Available Technology) e la migliore metodologia disponibile (BAM – Best Available Methodology), il design circolare offre le migliori prestazioni riducendo al minimo l’impatto negativo lungo l’intero ciclo di vita.
Lo scopo del Circular Design è quello di ridurre la perdita di valore insita nelle materie prime e nei prodotti, facendoli circolare in circuiti chiusi. Questi cicli, come il riutilizzo, la riparazione, rigenerazione, restituzione, ricondizionamento e riciclaggio, estendono il ciclo di vita del prodotto e migliorano la produttività delle risorse.
Quali metodologie da utilizzare nell’esecuzione del Circular Design? La fase di progettazione del prodotto influisce sia sulla durata del prodotto che sulle prestazioni del prodotto lungo l’intera catena del valore. Tutto parte dal progettare prodotti o servizi a circolarità indotta, ovvero che inducono la progettazione eco-compatibile lungo tutte le fasi della catena di fornitura e che coinvolgono attivamente tutti gli attori economici.
Metodologie come:
Design for Durability, ovvero l’identificazione di materiali, metodi di produzione, prodotti, progettati per lunghi periodi di funzionamento e quindi adatti ad eseguire prestazioni per un numero di cicli predefinito.
Design to Protect, destinato ad imballi o sistemi di protezione concepiti per eliminare i danni al prodotto ed allo stesso tempo proteggere l’ambiente dall’impatto ambientale legato agli imballi a perdere (tipicamente polistirolo e cartone) tipici dell’economia Lineare.
Design for Reuse, ovvero l’attuazione di metodi e procedure da eseguire lungo la catena di fornitura e tra attori / clienti che consentono e facilitano la restituzione del prodotto e della relativa materia prima. Per gli imballaggi riutilizzabili è fondamentale la possibilità di utilizzare strutture abbattibili per ridurre i volumi durante la logistica inversa.
Design per la Tracciabilità lungo la catena del valore, ovvero l’insieme di tecnologie (es. Rfid, Qrcode, Data Matrix) e accordi che consentono agli attori economici di assumere il pieno controllo del prodotto lungo le diverse fasi della catena del valore.
Design for Circular Logistics, ovvero la progettazione di prodotti, imballaggi ed Unità di Carico che consentono la massima saturazione del volume nei principali mezzi di trasporto.
Design for Reverse Logistics (progettazione per la logistica inversa), ovvero la progettazione per la logistica inversa di metodi e procedure che consentono la raccolta, lo smistamento, il rinnovamento del prodotto mantenendone inalterata la qualità. Questo si applica anche agli imballaggi riutilizzabili, ove, inoltre, il lavaggio e la sanificazione devono essere considerati come parte della logistica inversa.
Il Design for Disassembly (progettazione per lo smontaggio), consiste nella progettazione e nella definizione di procedure che consentono una facile manutenzione e riparazione del manufatto.
Il Design for Upgradability, ove, in conformità con il punto precedente, la possibilità di aggiornare un manufatto con i miglioramenti tecnologici disponibili.
Il segreto? Prodotti e servizi sviluppati secondo i criteri dell’eco-design e che inducono circolarità in tutte le fasi della catena di fornitura.
Il Design for Reliability (implementazione criteri di affidabilità predefinita), ovvero l’identificazione di materiali, tecnologie di produzione e prestazioni del prodotto in grado di garantire un numero predefinito di cicli di vita con un MTBF (Main Time Between Failure/intervallo di tempo tra un guasto e l’altro) predefinito e prossimo allo zero.
Design for Circular Organization, ovvero un modello di organizzazione ove sono presenti competenze che garantiscono la corretta esecuzione del Circular Design. Ad esempio, all’interno dell’economia lineare, le organizzazioni di vendita sono strutturate e qualificate per vendere e basta. L’Economia Circolare ed il relativo supporto fornito dal Circular Design, devono essere pienamente implementati all’interno dell’organizzazione di vendita che deve diventare in grado di vendere “prestazioni e servizi”piuttosto che prodotti.
Design for Dematerialization (progettare la smaterializzazione), ovvero i metodi che, consentono di utilizzare completamente o in parte il prodotto anche per scopi diversi dal quale, sia il prodotto che i componenti, erano stati concepiti. Le parti del prodotto che, a fine vita, vengono riutilizzate per scopi diversi, sono benvenute e fanno parte della “smaterializzazione”.
Design for Product as a Service. E’ modello di business circolare concepito per essere utilizzato lungo la filiera con una formula leasing / affitto che indichi chiaramente la proprietà del prodotto e la conseguente responsabilità di mantenerlo in efficienza, riutilizzando il prodotto / materiale, oppure, alla fine del ciclo di vita, smaterializzarlo nel modo ambientalmente più efficente.
Design for Circular Finance. Metodi finanziari che consentono di recuperare il valore del prodotto o dei materiali riutilizzati. In conclusione, ci si renderà conto che la compliance / conformità ad almeno due dei tre requisiti inizialmente citati e per i quali il produttore ha una responsabilità legale vincolante, ovvero l’Environment (including climate change) e la Corporate Governance, sono pienamente soddisfatti dall’attuazione delle metodologie sopra descritte.
Il mercato dopo Covid sarà per le aziende ed i soggetti economici che sono stati in grado di sviluppare il cambiamento. Heraclito nel 501 a.c., diceva: “Nulla è permanente se non il cambiamento!“. E noi aggiungiamo…chi ha tempo non aspetti tempo!.